Hockey Sarzana

PER FARE IL MATEMATICO DEVI ESSERE UN PO’ MATTO, COME PER FARE IL PORTIERE DI HOCKEY.

Nik Piccini intervista Simone Corona che ci racconta la sua esperienza tra banchi di scuola e pali, parlandoci del suo percorso sino ad ora e di come sia riuscito a conciliare studio e sport. Simone Corona classe 1992, portiere dell’ Hockey Sarzana e’ anche professore di matematica all’ Istituto Professionale Domenico Chiodo. (Nella foto Simone Corona).


Qui a Sarzana hai fatto tutta la trafila delle giovanili sino ad arrivare in prima squadra, com’è stato crescere qui e qual è il tuo ricordo più bello?

“Sono molto fiero di essere nato e cresciuto qui a Sarzana, durante il mio percorso mi sono tolto molte soddisfazioni e ho avuto la fortuna di incontrare persone con le quali ho condiviso emozioni fortissime. L’aspetto più bello è stato condividere il mio viaggio dalle giovanili sino alla massima serie con le stesse persone, Davide Borsi, Matteo Pistelli e Francesco De Rinaldis anche se nelle ultime stagioni non sono più a Sarzana. Ho anche avuto la fortuna di vestire la maglia azzurra e di disputare alcuni europei con la nazionale, talvolta con i miei compagni di squadra. I ricordi più belli di questo lungo viaggio sono senza dubbio la vittoria dello scudetto under 20 a Viareggio e il mio esordio nella nazionale senior l’anno scorso assieme a Davide Borsi “

Nonostante la carriera hockeysitica ha completato brillantemente gli studi e ti sei laureato in matematica, come hai conciliato studio, hockey e amici ?

“Personalmente non mi definisco un “secchione “ma ho sempre creduto nell’importanza dello studio e mi sono prefissato l’obbiettivo di coltivare parallelamente la mia crescita sportiva e scolastica. Ho sempre pensato che fosse necessaria una seconda possibilità oltre all’hockey. E’ stato senza dubbio difficile e ho sacrificato qualche festa e compleanno ma le soddisfazioni più grandi non si ottengono dalle cose facili. Dicono che per fare il matematico devi essere un po’ matto, come per fare il portiere di hockey.”

 Una volta laureato hai iniziato ad insegnare, com’è trovarsi dall’altra parte della cattedra ?

“E’ un’emozione particolare, dopo essermi laureato ho ottenuto subito una cattedra all’ Istituto Professionale Domenico Chiodo a Spezia e ogni giorno entro in contatto con sessanta ragazzi. Sto imparando a rapportarmi con loro e questo mi aiuta quando sono in pista, sto crescendo anche io insieme ai miei alunni e ai ragazzi che alleno, ci tenevo infatti a sottolineare che aiuto gli allenatori nella preparazione dei portieri”   

La tua esperienza è un esempio sia per i tuoi alunni che per i ragazzi del settore giovanile, cosa gli consiglieresti ?

“Per me lo studio e lo sport sono le due tra le cose più importanti nella vita, direi a tutti che è possibile studiare e parallelamente giocare a hockey anche ad alti livelli, ci vuole solo tanta determinazione.”

 

 

 

 

24/04/2024 - riproduzione riservata